videomaker, fotografo, musicista e compositore

La pedofilia mediatica

“The medium is the message”
(Marshall McLuhan)

Per me, la faccenda della pedofilia è legata ad una modalità nuova del “biopotere” (di cui parlava Foucault)… Segna una svolta il modo in cui s’è affacciata la denuncia di questa morbosa attenzione o violenza sui bambini (che pare ci fosse anche prima, eccome, a giudicare dalle esperienze infantili raccontatemi da diverse persone della mia età)… Il boom mediatico della pedofilia ci fu a metà degli anni ’90… A mio avviso costituì il paradigma di un nuovo modo di raccontare il “nemico”… e, secondo me, fu l’inizio della “Quarta Guerra Mondiale” (quella del potere contro ognuno di noi, di cui raccontava Baudrillard), quella palesatasi in modo clamoroso con l’attacco alle Torri Gemelle e la successiva guerra al terrorismo. Questo paradigma racconta che il nemico non è più chiaramente individuabile, ma è interno (nell’Italia telecratica il “nemico interno” può essere ulteriormente declinato e identificato sotto i nomi di extracomunitario, clandestino, stupratore, rumeno, zingaro, comunista, ecc…)… La pedofilia può essere evocata ed esorcizzata nello stesso tempo… è la colpa inconfessabile, l’abominio, ciò che è più riprovevole per chiunque…costituisce dunque (per esempio, dal punto di vista del potere e della polizia) la scusa perfetta per consentire di indagare, ispezionare, perquisire, rovistare nei computer di chiunque (un esempio della restrizione dei diritti individuali specificamente per quel reato fu la “legge Megan” in USA)… Poco più tardi, fu sostituita dall’ossessione per il terrorismo…

Altra considerazione è che la pedofilia come paradigma della comunicazione è il metodo “educativo” per eccellenza. Quello che riproduce la violenza “immaginaria” (*), non simbolizzabile in un linguaggio (e dunque non facilmente superabile, come aveva ben descritto l’interessante libro sulla “sindrome da ripetizione del trauma” o T.R.S.: “Donne che si fanno male“…). Noi tutti siamo stuprati mediaticamente prima di arrivare a capire quel che significa il messaggio… Siamo tutti bambini, davanti alla TV… o anche davanti al computer… E la violenza sociale si riproduce rievocando costantemente (come da manuale psichiatrico) il trauma originario… erotizzando (simbolizzando) territori vergini, innocenti, indifferenziati (come il corpo dei/delle bambini/e) non ancora sfruttabili dal feticismo delle merci, dall’erotismo mercantile che smania per creare bisogni e desideri ovunque e con qualsiasi cosa e persona
Tutti urliamo che orrore! non accorgendoci che gli stuprati siamo noi… Siamo tutti vittime di giochi erotici asimmetrici (come si dice anche della guerra di un esercito contro alcuni individui e viceversa: “guerra asimmetrica”)… Certo, poi c’è anche la pedofilia reale… e quella fa danni, difficilmente cancellabili, negli stili di vita delle vittime… che tenderanno ad adottare comportamenti autodistruttivi o a replicare la violenza subita (nella più classica delle dialettiche vittima/colpevole…). Questo, voglio dire, non è solo un trauma psicologico di alcune persone… è il codice di comunicazione contemporaneo: la violenza va accettata prima ancora di cominciare a ragionare (e forse è anche per questo che i porno virano sempre più verso la tortura… simulata certo, per ora non è ancora “Videodrome“…).
Per questo, a mio avviso occorre stare attenti a non sovrapporre la propria riprovazione nei confronti di certe pratiche con quello che ne hanno fatto i media contemporanei… La pedofilia, in definitiva, è una delle principali armi tattiche del nuovo millennio. Quando la usiamo per attaccare qualcuno, dobbiamo capire che stiamo parlando un linguaggio che contamina anche chi accusa… Accanto all’immaginario infantile ferito, per difenderci, forse dovremmo costruirne e raccontarne uno più felice… che allontani le ombre nere che a qualcuno fa tanto piacere tenere sempre sospese sul capo (altrui…). Il punto è che l’infanzia in quanto tale (non realizzando dinamiche di “desiderio=bisogno/domanda”, simbolizzabili, dunque “pubblicizzabili”…) non serve a questo sistema e sembra non avere più spazio alcuno né nei linguaggi, né nella società (ma questo accade anche per le donne, per i vecchi, per i folli, ecc…). E’ una società malata, “pedofila” nel midollo…


(*) Per “immaginario”, si intende l’immaginario lacaniano, quello pre-simbolico, quello che istituisce il soggetto in quanto immagine del proprio corpo allo specchio… quel piccolo io ideale, che l’adulto, colui che si suppone sappia, dovrebbe abbracciare amorevolmente e accogliere ancor prima che vi sia un senso, un linguaggio ben strutturato, un ordine del discorso… generando fiducia… se non una “fede” vera e propria, nella possibilità di accedere al simbolico, al linguaggio (degli adulti: la società, la cultura, il denaro, ecc…). La violazione dell’immaginario invece, genererà verosimilmente difficoltà, diffidenze se non aggressività, rivolte aperte, nei confronti dell’ordine simbolico e della strutturazione di un io stabile (forclusione)… dando luogo ad una prevedibile lunga serie di problemi psichici…

Guido Reni, “Strage degli innocenti” (1611)

Si notino i corpi nudi osceni e lascivi degli uccisori di innocenti… In particolare il culo in primo piano dell’uomo che offre i suoi genitali alla faccia della recalcitrante donna sotto di lui, mentre mette le mani su un infante… Più che una strage, un’orgia insana… Un divertissement di abomini e sopraffazioni.

Nota di psicanalogica

Ma la pedofilia come “strage degli innocenti”, ha avuto nel millenario immaginario cristiano e alchemico anche un suo ruolo… Da quella strage, guarda caso, si salva il “Puer” divino… Il Bambino. Questo splendore solare di Uno, costa la vita ai molti… E probabilmente non vi sarebbe quell’Uno senza il sacrificio dei molti, compiuto proprio per impedire di accedere alla sovranità regale (Erode, parodia della smisurata sovranità divina incarnata da Cristo…) dell’Io. L’immaginario di chi si salva, era già scritto in quel disegno (di dominio) universale rappresentato dalla terribile figura del Cristo.

In alchimia, la “strage degli innocenti” è figura delle scorie minerali (trafitte dalla spada=dagli acidi) che muoiono per permettere all’Oro di sprigionarsi… Sensibile a questa crudeltà, io valuto che uno qualsiasi di quei metalli bambini poteva essere oro (vedi il mio “Dio è Tutto… dunque anche ogni sua eccezione“)… poteva svilupparsi felicemente… Non era necessaria quella strage o quella violenza… Così l’Universale Unigenito Figlio di Dio si accusa da sé (facendo anche la parte del suo contraltare, dell’accusatore appunto, Satana…) di orrende efferatezze… e di “pedofilia”, nel senso di morte dell’innocenza, di educazione all’universalità, al dominio dello smisurato, dell’individualmente irraggiungibile, della… disperazione. Con una Vittima Eletta e un Colpevole Punito per l’eternità…

Preferirei che si ponesse fine a questo scempio… Basta coi sacri-fici.

6 Risposte

  1. valeriomele

    Un esempio di come funziona la pedofilia mediatica è la notizia data oggi dal TG3 riguardante i controlli circa l'arrivo di tanti minorenni dalle province sudafricane nelle città dei mondiali di calcio appositamente per il turismo pedofilo. Una notizia a metà tra lo scoop e la pubblicità per il turismo erotico che ama i bimbi neri… Come dire: "Ehi guardate! Andate tutti in Sud Africa, tra una partita e l'altra avrete modo di farvi dei piccoli zulu!… Attenti a non farvi beccare…".

    22 aprile 2010 alle 23:54

  2. valeriomele

    Come dire:"Questa non è una pipa" (R.Magritte)… La negazione punta in ogni caso ad un oggetto reale, che mancherà nel testo (che una specie di abecedario dell'avanguardia surrealista), ma viene evocato altrove… Così il solo parlare di pedofilia è contaminante… e anche questo post e questi commenti non possono sottrarsi fino in fondo a questo nauseante "doppio legame"…

    23 aprile 2010 alle 10:20

  3. valeriomele

    Ecco un po' di bambini colonizzati dal marchio di società quotate in borsa… E il bello è che i tifosi vedono in questo qualcosa di nobile… un valore aggiunto per la loro squadra.Sogno saccheggi e rivolte come in Madagascar, all'arrivo dei primi turisti sportivo-pedofili…

    26 aprile 2010 alle 14:08

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