Siamo morti viventi
Polvere cosmica sfortunatamente auto-cosciente e con assurde velleità e smanie di riconoscimento.
Biffature, biforcazioni… stocastiche “biffures”, scriveva Michel Leiris, che però costruiscono un’estetica (a partire dalla propria forma)… materia presuntuosa, leggermente untuosa…
Ci sono tre eventi clou nella vita: la nascita, il sesso e la morte… ma l’ultima è l’orizzonte di non-senso che lascia dischiudere tutti i sensi possibili (inchiavardati alla nascita e al sesso e sempre ritornanti sul miele in cui si rimestano bisogni e desideri, conditi di miserabili astrazioni), che emergono, fulminei, come un singolo senso alla volta (o quasi) nella scena della coscienza, la grande semplificatrice…
Ci portiamo dietro tutti i morti passati, presenti e futuri, ogni volta che pretendiamo di vivere… siamo morti viventi… viventi solo per poco.
Per questo (oltre che per la resurrezione del valore) si sono costruiti cristi-zombie che ascendono in Cielo e altre storie inverosimili… per glorificare un universo sensato che non c’è.
Sognatori allucinati.
Polvere sei…
Cristo ri-morto di Holbein…
gloria estatica di un senso insensato,
di un’esistenza temporanea.
Pingback: (Con)siderazioni sulla “guerra civile” e la “guerra chimica”. | Valerio Mele
Se tutti in un modo o nell’altro aspettiamo la morte (…o è lei che ci aspetta), perché questo esercito di cadaveri ambulanti continua a marciare senza che nessuno rompa le righe? Alla morte sì, ma composti, ordinati, ben pettinati… dei perfetti damerini.
5 novembre 2013 alle 01:25
Pingback: Verso l’abolizione della moneta – Le regole del gioco | Valerio Mele
ZOMBIE PRIDE
Il tempo passa e niente è come prima… se si guarda come eravamo, chi eravamo, non ci si riconosce… si somiglia a qualcuno del passato che era il supporto della pelle completamente riformata, nel frattempo, ma con più segni di decadimento. Eravamo giovani e non lo sapevamo, non ce ne accorgevamo, vivevamo immersi nel collagene in giuste dosi… quello stesso che di lì a poco ci avrebbe traditi, ci avrebbe rivelato il fatto inaspettato e increscioso che siamo… morti viventi. La gioventù era solo un trucco venuto bene.
E comunque: meglio “morti viventi” che “vivi morenti”.
2 dicembre 2013 alle 12:14
Pingback: Deposizioni muniste | Valerio Mele
Pingback: L’ipotesi perversa II | Valerio Mele
Pingback: Siete una piaga! | Valerio Mele