videomaker, fotografo, musicista e compositore

To be a roll and not to rock

…ma potrebbe anche intitolarsi: unstabilized vs steady.

Esse est percipi aut percipere.
 (George Berkeley)

A proposito di visione periferica, cui si accenna oltre: fissando uno dei quattro punti arancioni, dopo pochi secondi, gli altri scompariranno dalla vostra vista.
Questo perché la visione periferica non è in grado di rilevare molti dettagli e predilige il catturare il movimento.

Facciamo così… cambiamo titolo…

FUORI QUADRO

Sono le nostre percezioni a non avere uno scorrimento verso il basso (eccetto quando stiamo cadendo) o un oscillazione nell’interpretazione neurologica delle percezioni così repentina come nelle riprese “mosse” e nel montaggio frenetico (massimo un secondo prima del taglio successivo) di tanti film d’azione, per esempio… Queste due variabili (blogroll o riprese “mosse”) dipendono solo dal quadro (il frame che incasella, cataloga e scherma tutto il resto). Basterebbe rompere con le cornici e i frame, esercitare diversamente e consapevolmente la vista, per liberarsi di questo condizionamento cognitivo. O sviluppare strumenti meno compatibili con l’ideologia dominante.

Perché “su” dovrebbe essere più cosciente, aggiornato, presente, attuale? mentre “giù” è il luogo della memoria, della dimenticanza, delle tracce che (si) cancellano? Perché quando mi sveglio ho la netta impressione di riemergere e, al contrario, quando mi addormento, mi sembra di sprofondare nel sonno? Mi pare un po’ limitante… non sono un sub-iectum.
Perché oscillazioni repentine e tagli continui del flusso percettivo dovrebbero comportare concitazione, surplus emotivo, ecc.? Tutto ciò avviene nella realtà continuamente, ma l’assenza di quadro, quando non stiamo davanti ad uno schermo, rende  molto meno preoccupanti certi movimenti precari e incerti (come anche la cecità intermittente dovuta alle saccadi…).

Dunque, relax

P.S.: La tecnologia attuale (sempre attenta a prevenire e sussumere il possibile sovvertimento dei suoi paradigmi e dei suoi programmi) tende ad estendersi al di là della cornice e del quadro (o estendere il concetto di frame per meglio mascherarlo) con i nuovi schermi avvolgibili, che potenzialmente avvolgono lo spettatore a 360° costringendolo ad una visione sempre più simulata della realtà (così non sfugge neanche la visione periferica!)… Ancora più spinta l’idea totalmente spettrale delle teleconferenze con ologrammi… e del molto probabile  sesso con ologrammi prossimo venturo…

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