Non c’è nessuno
– C’è qualcuno?
– Non c’è nessuno (né qui, né lì).
Quando ero giovane distinguevo tra “bambagia” e “bivacco”, propendendo per quest’ultimo. Scrissi cose nauseanti, da adolescente che scrive esattamente quello che nessun genitore, o creatore, vorrebbe leggere… cazzotti nello stomaco… cazzotti a vuoto. Non c’era nessuno lì.
Volevo farmi notare? Ehi, sono qui… Neanche qui c’era nessuno (nessuno che pensava di essere qualcuno che volesse farsi notare da qualcuno che era nessuno).
Intuivo però che eravamo “vuote apparenze”… che, da questo punto di vista, e-siste solo il fuori-di-sé (o, ribaltando la prospettiva, che si è temporaneamente, dunque apparentemente, in una miserabile o vanamente lussureggiante, cosmocomica, contingenza, il fuori-di-sé che e-siste, l’impossibilità dell’essere che, andando a tempo, numerando e denominando, può solo dar luogo ad e-sistenze a caso… ma con parvenze logiche! persino belle fattezze!… una volta rapprese in qualche vortice, forma, piega o ricettacolo…).
Ma mia madre lo sapeva da quale caos sono stato tratto?… Ogni accoppiamento è un’evocazione di forme. Fantasmi di carne. Fino al “carnem levare”, dopo (o durante) la sfilata delle maschere, delle “persone”.
– E’ per amore. Solo per amore.
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