videomaker, fotografo, musicista e compositore

De-capitalismo | …come impedire l’Apocalisse

– Si fa presto a distruggere e criticare… il punto è che voi non avete un modo di produzione da proporre…
 – Certo che ce l’abbiamo… è il DE-CAPITALISMO.

C’è chi suggerisce di lavorare meno… In effetti, che senso ha lavorare alacremente per il nulla speculare (o rifratto che sia)? è solo cedere ai ricatti… Ma come ricostruire con degli zombie assuefatti ai lavori forzati un processo di produzione dif-ferente o di-vertente? è quasi impossibile… Forse sono discorsi elitari i miei (o subliminali, operanti in una particolare faglia di questa produzione non più segmentata, ma stratificata, se non labirintica)… destinati probabilmente allo sfacelo in questo momento storico… ma molto resistenti, direi all’infinito… Speriamo che Babilonia cada così in fretta da non avere il tempo di correre ai ripari… (ma il vero scopo degli anti-apocalittici dovrebbe essere quello di impedire il giudizio universale e la seconda venuta di un Caput solare, untuoso, sanguinante e splendente di finzioni come nei Giovanni Battista dei quadri di Gustave Moreau…).

Nei dipinti di Moreau scorgo (nonostante le intenzioni dello stesso pittore, suppongo…) una visione ironica del capitale, della “Grande Testa”, come la chiamava Lyotard, un doppio simbolico dei processi (mitemente contrattuali a dispetto dei loro contenuti sacrificali o dei poteri esecutivi che li difendono) di valorizzazione del lavoro morto o della dismisura del plusvalore (pseudo-cristico, comunque solare, aureolato… luccicante come una moneta) estratto… Ecco, in una prospettiva de-capitalista certe crudeltà (castrazioni, dualismi mente/corpo e rimozioni) dovrebbero permanere come uno spettro ed essere accuratamente evitate… Poi c’è anche un certo psicanalismo di maniera alla Julia Kristeva (“La testa senza il corpo”) da tenere comunque in considerazione (a pag.149 dell’opera citata, per esempio)…


SPALTUNG | digressione psicanalogica

Tra la “castrazione” orizzontale della decapitazione (che ritaglia gli in/dividui in una testa e un corpo separati, in un Io e un desiderio separati, nel caso della castrazione freudiana) e quella verticale della divisione longitudinale del corpo trovo più interessante la seconda… il fantasma del doppio (evocato dal taglio – impossibile? schizoide? – dell’unità in/divisibile) svela molto di più del fantasma psicanalitico dell’Io, del Genere, del Corpo Proprio o del Fallo e si estende abbondantemente al di là delle piccole sozzerie individuali… In questo caso, nessuna simmetria è possibile (nemmeno una disgiunzione metafisica che ritagli oggetti parziali come nella sapiente arte cinese della macellazione o nei meridiani dell’agopuntura)… non vi possono essere due Unità… Nessun doppio verticalmente scisso è uguale o simile alla matrice (cuore, stomaco, milza e pancreas da una parte, fegato dall’altra). Questa asimmetria comprende tutte le relazioni (e sfugge a qualsiasi rapporto… quello che segniamo con la barra “/” della divisione, della castrazione, ecc… e probabilmente non prevede nessun taglio o getto di sangue, ma solo la consapevolezza che, se sono divisibile, se le mia parti non combaciano e sono più dell’intero, se i miei organi non “sanno” di far parte di un individuo, se non vi sono organi ma solo l’inorganico eretto a vivente, non sono Io… non lo sono mai stato, né lo sarò mai).


schizo = dal greco schizein, che significa scissione, divisione.

Molto prima della divisione del lavoro e dell’alienazione (inventata dai paranoici dell’Ottocento) c’è un’altra divisione… che è, per così dire, psico-giuridica… è legata all’esistenza dell’anima (che è il fantasma psichico della proprietà privata).

(Dunque l’immortalità dell’anima sarebbe un tentativo delirante di conservare all’infinito patrimonio e proprietà…).

17 Risposte

  1. “Testa e torso” Lisa Nilsson (2010)

    Come dice l’artista americana:

    “Questi pezzi sono realizzati in carta di gelso giapponese con bordi dorati di vecchi libri. Sono costruiti con una tecnica  chiamata quilling o filigrana di carta che consiste nell’arrotolare e dare una forma a sottili strisce di carta. Il quilling fu praticato da suore e monaci del Rinascimento che si dice abbiano fatto uso artistico dei bordi dorati di Bibbie logore, e in seguito dalle signore del XVIII secolo che hanno fatto un uso artistico di un sacco di tempo libero. Trovo il quilling squisitamente soddisfacente per rendere il bel paesaggio densamente compresso dell’interno del corpo umano in sezione trasversale”.

    Io avrei per lo meno provato a rifare l’anatomia… con meno ironia, soggezione e conformismo.

    7 gennaio 2013 alle 13:06

  2. POSTILLA

    …l’immortalità dell’anima de li mortacci loro

    (=la continuità che presumono infinita della proprietà ottenuta coercitivamente o meno dal lavoro morto altrui, che insistono nel rigiocarsi come denaro morto… e se va male con guerre e nuovi morti… da cui:
    “mortacci”=lavoro morto + denaro morto + morti in guerra).

    E’ che ho visto “Cloud Atlas”, un pasticcio americano infarcito di maschere malriuscite, attori posticci, sottotitoli in cirillico, deja vu, spiritualismi new age, Leibniz… Come racconta un blogger, nel film, che connette storie del futuro oltre che del passato e del presente, c’è anche una certa

    “Sonmi~451 (Bae Doo-na), un clone creato per soddisfare le esigenze del consumismo, lavora a chiappe scoperte in un fast food della catena coreana “Papa Song” tipo un moderno McDonald’s (a cui potremmo associarlo per via degli arredi, rigorosamente giallo-rossi. Sarà un caso?). Tutti artifici di donna che lavorano come cameriere per 19 ore al giorno e per un periodo di 12 anni, dopo cui, soddisfatto il contratto di lavoro, dovrebbero teoricamente tornare in libertà. Vengono invece appese per i piedi e messe in fila come carne da macello per produrre lo stesso sapone di cui si sono nutrite ignare per anni. Se siete accese femministe e pure precarie (una costante dei giorni nostri) la manomorta del cliente e lo spruzzo della maionese sulla schiena della cameriera saranno un po’ difficili da digerire, come l’anello alla gola che potrebbe far zampillare la carotide in qualsiasi momento sotto il click del padrone e ad ogni atto di ribellione.”.

    Le “serventi” che dormono nelle “dormerie” dunque mangiano soap ovvero loro stesse (forse anche nel senso di soap opera?)… e comunque la scoperta di questo orrore (si tratta di una specie di macelleria automatizzata con le “serventi” de-capitate, a proposito dell’argomento del mio post, e a testa in giù appese a ganci) pone come contraltare la celebrazione dell'”umano” che tanto mi ripugna (in quanto è la scusa perfetta per compiere gli stessi crimini di cui ci si scandalizza tanto… e che sono per l’appunto strutturalmente nascosti e rimossi dagli stessi “umanisti”… altrimenti come potrebbero essere scoperti con gran finto scandalo?).

    21 gennaio 2013 alle 18:25

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